La vulvodinia viene definita dalla Society for the Study of Vulvovaginal Disease un disturbo vulvare (bruciore o dolore) associato o meno a dispareunia (dolore ai rapporti sessuali) in assenza di alterazioni obiettive visibili o di specifici disturbi neurologici che dura almeno da 3 mesi.
Possiamo distinguere una forma PROVOCATA in cui il dolore / bruciore avviene al contatto (pantaloni, rapporti) e una forma SPONTANEA che non necessita del contatto per avere il dolore.
La forma PROVOCATA è spesso associata a CONTRATTURE e AD UN AUMENTO DEL TONO della muscolatura del PAVIMENTO PELVICO.
come si diagnostica?
La vulvodinia viene diagnosticata dopo aver escluso altre cause identificabili: forme infettive, forme legate a patologie dermatologiche o altro.
Una volta escluse cause identificabili, si cercano con un cotton fioc (SWAB TEST) le aree della vulva che evocano al contatto una sensazione di dolore invece che una sensazione di tocco soffice.
Si valuta poi la muscolatura del PAVIMENTO PELVICO nei suoi vari fasci: il centro tendineo del perineo, il bulbocavernoso, l’ischiocavernoso, il muscolo puboviscerale, il puborettale, l’ischiococcigeo, l’otturatore interno e la muscolatura extrapelvica, identificando contratture e dolorabilità.
come si tratta?
La TERAPIA è PERSONALIZZATA e MULTIMODALE
In genere lo specialista ginecologo o urologo prescrive una terapia TOPICA associata a TERAPIA ORALE
se è presente ipertono del pavimento pelvico il ginecologo prescrive la fisioterapia e la riabilitazione del pavimento pelvico o esegue (od invia per far eseguire) la terapia infiltrativa.
che tipo di terapia offre lo studio medico?
Lo studio nasceva vent’anni fa in riposta alla domanda crescente di trattamento delle patologie dolorose pelviche, quando ancora frequentavo il reparto di Ginecologia e Ostetricia di Padova come ricercatore in oncologia ginecologica, e avevo da poco aperto il mio studio di agopuntura.
Nel corso degli anni ho testato i vari protocolli proposti dalla Medicina Tradizionale Cinese ottenendo delle risposte terapeutiche utilizzando l’AGOPUNTURA, ma nel caso del dolore vulvare i risultati c’erano, ma erano incostanti. Sia allora, che adesso, raramente è sufficiente usare un solo metodo terapeutico, per ottenere dei risultati. E’ necessario dunque lavorare in collaborazione con altri terapeuti e specialisti coordinando i vari interventi.
Nella ricerca di ottimizzare la sinergia tra i vari trattamenti ho approfondito altre tecniche da poter associare all’agopuntura,
sia per poter fare più terapie coordinate nella stessa seduta aumentando le probabilità di ottenere un miglioramento,
sia per non far girare troppo le pazienti tra uno studio e l’altro, e tra uno specialista e l’altro
sia anche per avere le conoscenze per poter dialogare e lavorare in team con i colleghi in modo da non fare terapie doppie o in contrasto.
la prima tecnica che ho associato all’agopuntura e che è possibile fare nella stessa seduta (di solito prima dell’agopuntura) è la TERAPIA MANUALE DEL PAVIMENTO PELVICO
Questa tecnica è nata dai lavori di urologi, ginecologi, ostetriche, fisiatri, fisioterapisti del pavimento pelvico, osteopati. Si svolge in posizione ginecologica con i piedi in appoggio sul lettino e permette di lavorare direttamente sui fasci muscolari contratti, ottenendo spesso il rilascio delle contratture in tempi abbastanza brevi. La terapia prevede il massaggio di fasci muscolari che si trovano in area intravaginale. Viene eseguita in modo estremamente delicato e produce in genere una sensazione di rilassamento progressivo in modo da sentire il bacino molto meno teso e contratto a fine seduta. Si possono associare esercizi da fare con il corpo e con la respirazione. Dopo la seduta di terapia manuale vengono posti gli aghi da agopuntura nei punti correlati: i punti si trovano per lo più sull’addome e sugli arti inferiori. NON VENGONO POSTI AGHI IN SEDE VULVARE.
Lavorando direttamente in ambiente pelvico è più facile collegare la sede del dolore con i meridiani di agopuntura e quindi capire quali punti di agopuntura usare o quali canali massaggiare, personalizzando il trattamento.
La seconda tecnica è quella della TERAPIA INFILTRATIVA
Non si usa sempre, si valuta di volta in volta se serve, oppure può essere richiesta dallo specialista ginecologo inviante che ne ha già valutato la necessità.
L’infiltrazione si effettua in sede sottomucosa nelle aree vulvari coinvolte dal dolore.
La terapia infiltrativa viene effettuata previa anestesia di superficie con anestetico topico (lidocaina al 20%) usando aghi estremamente sottili e corti in modo da rendere la procedura quasi indolore. La profondità dell’infiltrazione è di pochi millimetri. Si possono infiltrare prodotti della farmacopea ufficiale, quelli più studiati sono i cortisonici. In alternativa ci sono dei prodotti a bassa dose di tipo fitoterapico iniettabili.
La terza tecnica è quella del LAVORO SULLE PERCEZIONI CORPOREE E SULLA RIELABORAZIONE DELLE SENSAZIONI DOLOROSE ATTRAVERSO IL RILASSAMENTO e il MASSAGGIO
con lo scopo di lavorare sulle componenti somato-psichiche o psicosomatiche che si associano ad una condizione di dolore persistente,
si parte dalla diagnosi energetica della medicina cinese e si utilizzano le reti di meridiani individuate in sede di diagnosi per stabilire la modalità del trattamento.
Si stabilisce assieme il tema da trattare e si segue il lavoro sul corpo
ad esempio se il problema è la difesa dalla sensazione stressante di aggressioni presunte o vissute come tali, potrebbe essere necessario lavorare sul rilassamento del collo e del trapezio con un massaggio e poi fare esercizi sul potenziamento del radicamento personale con esercizi in piedi di Qi Gong (lavoro preparatorio alle arti marziali)
oppure se il conflitto sta in una disfunzione della sessualità (del desiderio, dell’eccitazione, dell’orgasmo) si possono fare esercizi di percezione dei confini del corpo, mappature delle sensazioni corporee, rilassamento tensioni pelviche con respirazione cosciente
Questo lavoro può evocare emozioni trattenute, o rievocare memorie legate a traumi, conflitti, permettendo il rilascio emozionale e il rilassamento conseguente, con una riduzione delle tensioni muscolari e un rilassamento profondo, compreso il rilassamento della muscolatura pelvica.
Può essere molto utile seguire questo trattamento, se possibile, in parallelo con la propria psicologa o psicoterapeuta in modo da rielaborare i contenuti emersi.